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Nagyvásárcsarnok, il Grande Mercato Centrale di Budapest

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Visto il titolo sicuramente vi sarete resi conto che la musicalità del nome non è la sua caratteristica principale (e qualora siate riusciti addirittura a leggerlo, chapeau). D’altro canto, la lingua ungherese non è esattamente famosa per essere semplice e orecchiabile. Ma a dispetto della sua semi-impronunciabilità per qualunque non-magiaro, si tratta di una vera e propria perla di cultura ungherese nel centro di Budapest. Pensate che andare al mercato con pochi giorni a disposizione per visitare l’intera città sia uno spreco di tempo? Niente di più sbagliato.

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Situato in Fővám tér (Metro 4), letteralmente a 50m dal famoso Ponte della Libertà (per i puristi della lingua: Szabadság híd) e dalle rive del Danubio, il Grande Mercato Centrale (questa la traduzione del suo nome) fu ultimato alla fine dell’Ottocento sull’onda del grande rinnovamento architettonico voluto dall’imperatore Francesco Giuseppe (il Cecco Beppe dei milanesi). Quest’ondata di modernità coinvolse la città fino agli inizi del Novecento, portando alla costruzione dello stesso Ponte della Libertà e degli antistanti Bagni Gellért (Gellért gyógyfürdő), sull’altra sponda del fiume.

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Entrando dal cancello principale del mercato, una volta scostate le pesanti tende di tessuto che impediscono al freddo intenso d’inverno o al caldo afoso estivo di entrare (provare per credere!), fate pochi passi e guardatevi intorno… anche in alto. Starete probabilmente ammirando la sua struttura, il suo scheletro di metallo in vista, le gigantesche vetrate, i passaggi sospesi al primo piano sopra le vostre teste. Sensazione di déjà-vu? Tutto normale. L’architetto, un certo Samu Pecz, si ispirò per il progetto alla struttura della stazione Nyugati di Budapest, costruita pochi anni prima da una ditta francese, la Eiffel Company (siamo sicuri il nome non vi sarà nuovo).

Guardatevi intorno, ma ricordatevi anche di usare il vostro naso. Gli odori forti sono parte integrante della visita a questo mercato! Noterete subito il grande viale centrale, dove affluiscono tutte le scale che portano al piano superiore e le viuzze laterali che conducono ai due lati del mercato. È anche il più affollato dai turisti, per questo noi vi suggeriamo di svoltare immediatamente verso l’ala sinistra, imboccando lo stretto corridoio dei fruttivendoli.

È qui che incontrerete i veri ungheresi. In coppia e rigorosamente con carrellino di stoffa per la spesa al seguito vengono a rifornirsi di frutta, verdura e carne soprattutto il sabato mattina. Rimarrete affascinati dalle ghirlande di peperoncini secchi color rosso scuro che decorano i banconi di quasi tutti i fruttivendoli. Macinando quei peperoni secchi si ottiene la paprika, l’ingrediente chiave di ogni goulash che si rispetti!

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Una menzione a parte la merita la carne. La cucina ungherese, per fiera ammissione degli stessi magiari, si potrebbe dire essere composta principalmente da “carne ripiena di altra carne”. E questo si riflette nella distribuzione delle macellerie all’interno del Nagyvásárcsarnok: semplicemente una in ogni angolo e traversa. Se buttate un occhio ad esse però potrete notare una cosa. Schiere di salami presenti praticamente ovunque qui sono la normalità: in ogni macelleria ve ne sono centinaia. Appesi, poggiati sul bancone, stesi, utilizzati come decorazioni, in ogni forma, odore, sapore e colore pensabile, il salame qui è il re. Insieme ovviamente al fegato d’anatra, le cui scatolette impilate fanno bella mostra davanti ad ogni panciuto macellaio del mercato.

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Arrivati in fondo allo stretto corridoio, prima di avventurarsi sul viale centrale, vi suggeriamo di spostarvi sull’altra ala del mercato. Dove, oltre alle immancabili macellerie, potrete trovare diversi negozi specializzati esclusivamente in paprika. Qui è venduta in ogni formato (secca, sott’olio, ripiena), confezione e tonalità di rosso (rosso fuoco quella piccante, bordeaux quella dolce, passando per tutte le varie sfumature intermedie)… potrebbe essere una buona idea regalo per ogni amante della cucina.

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Qui le botteghe sono di meno, per cui potrebbe essere una buona idea quella di svoltare in una delle vie laterali e uscire direttamente sul grande corridoio principale. A parte le onnipresenti macellerie, in uno degli estremi del viale vi è un negozio molto interessante. Esso vende principalmente alcolici, ma i suoi pezzi forti sono sicuramente la Palinka e il Tokaji, il vino ungherese per eccellenza. Fatevi consigliare dalle simpatiche signore proprietarie che, pur non parlando una singola parola di inglese (nonostante i continui flussi di turisti), in modi inconoscibili ai comuni mortali riusciranno a capire i vostri gusti e indirizzarvi verso la bottiglia migliore per voi.

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Arrivati a questo punto potete prendere le scale dirette al piano inferiore, avventurandovi in quello che è il lato meno conosciuto del mercato. Qui potrete trovare piccoli negozi specializzati in sottaceti, gli immancabili macellai e alcune pescherie, che vi faranno apprezzare il fascino della vecchia semplicità sovietica. Niente sembra essere infatti cambiato negli ultimi 25 anni. Tuttavia questo tratto – sicuramente affascinante per molti viaggiatori – è probabilmente alla radice della scarsa frequentazione di questo piano (e dei conseguenti effetti deleteri sugli affari). Moltissimi negozi risultano infatti aver chiuso, e il silenzio accompagnato dall’eco dei vostri passi nei corridoi stride in maniera a tratti inquietante con il chiasso udito ai piani superiori.

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È arrivato il momento di salire al primo piano. Un tempo questo era destinato a piccoli negozi di artigianato tessile, soprattutto tende e pizzi, ma anche a birrerie e banchetti di quello che oggi chiameremmo street food. Oggi di originale è rimasto ben poco e – a parte poche eccezioni – le botteghe tessili sono stati rimpiazzate da banchetti di gadget per turisti e ristoranti il cui prezzo è inversamente proporzionale alla qualità e tradizionalità dei piatti offerti.

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C’è un’eccezione però, che da sola merita la visita al piano superiore: la bottega del lángos. Il lángos del Nagycsarnok, un disco di pane fritto e condito, è letteralmente un’istituzione nella zona. Da gustare rigorosamente condito con panna acida e formaggio, null’altro sarebbe ammesso da alcun ungherese!

Ancora convinti che un mercato non meriti la visita?


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